Entrerà in vigore il 25 settembre 2022 il cosiddetto Decreto controlli, che sostituisce alcuni articoli del decreto ministeriale del 10 marzo 1998 relativo ai criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro.
Le novità principali riguardano la manutenzione degli impianti, si istituisce infatti la figura del “tecnico manutentore qualificato” nell’ambito della prevenzione incendi. Le competenze per individuare questa figura vengono definite negli allegati del decreto con una serie di requisiti in termini di formazione, procedure amministrative e aggiornamento periodico. Tale qualifica che verrà rilasciata dai Vigili del fuoco e avrà valenza nazionale.
Va ricordato che, per le attività commerciali e le aziende, la manutenzione degli impianti antincendio è obbligatoria per legge e, in caso di inadempienza nei luoghi di lavoro, sono previste pene dai 3 ai 6 mesi o multe fino a 10.000 euro.
OBS Italia progetta e realizza sistemi di rilevazione fumi e di allarme antincendio, integrati con sistemi di evacuazione delle persone.
“Il nostro intervento parte dall’analisi e dalla progettazione dell’impianto – spiega Cristian Bassi, responsabile settore antincendio di OBS Italia -. Ogni aspetto è importante per prevenire o limitare l’impatto di un potenziale incendio. Ad esempio la selezione accurata di ogni componente: dal cavo all’infrastruttura, che hanno un ruolo fondamentale nell’efficacia dell’impianto, fino alla scelta della tipologie e del posizionamento del singolo apparato, in funzione delle condizioni ambientali e delle peculiarità architettoniche dell’edificio”.
Alla luce del decreto controlli, come OBS Italia potete occuparvi anche della manutenzione degli impianti, una volta installati?
“Sì, stiliamo un piano a norma di legge, controlli che eseguiamo con personale interno e con strumentazione adeguata. Quello della manutenzione è un aspetto da non sottovalutare, anche in momenti come questo, dove le aziende sono prese da problemi di altro tipo, dall’uscita dalla pandemia alla crisi energetica, fino al rincaro delle materie prime. Il mantenimento in funzione degli impianti di sicurezza antincendio non va mai trascurato, non solo per le sanzioni che si rischiano ma, soprattutto, per le conseguenze che un incendio può avere per l’attività e per chi ci lavora”.
Per evitare le conseguenze catastrofiche di un incendio che, nel migliore dei casi, porta a un fermo di produzione, quali sono i sistemi per intervenire tempestivamente?
“La maggior parte delle attività si basa su sistemi di rilevazione dei fumi. Come possiamo immaginare, il sensore si accorge del problema quando il fumo lo raggiunge. Il problema sta proprio in questo, in quanto tempo il fumo raggiunge il sensore?”
Dunque i sensori di fumo non sono il sistema migliore per scongiurare un incendio?
“In locali molto ampi o con tetti alti, il fumo può attivare il sensore quando l’incendio è già divampato da alcuni minuti, e può essere troppo tardi. È per questo motivo che in determinate situazioni o per proteggere macchinari e tecnologie importanti, noi integriamo i nostri progetti con le telecamere termografiche”.
Come funzionano le telecamere termografiche?
“Si tratta di telecamere in grado di rilevare la temperatura degli oggetti che inquadrano. Negli ultimi tempi, probabilmente, tutti noi ci siamo trovati almeno una volta ripresi da una telecamera termica, che ha rilevato la nostra temperatura corporea prima dell’ingresso in un luogo pubblico, per bloccare in anticipo potenziali casi di Covid-19. In un’azienda possiamo puntare una telecamera termica su un’area molto più ampia rispetto a quella coperta da un rilevatore di fumo, e settarla perché faccia scattare l’allarme quando il calore di qualunque oggetto, sia esso un macchinario, una tubazione o un quadro elettrico, raggiunge una determinata temperatura critica. In questo modo l’allarme viene dato prima che scoppi un incendio, con i benefici che possiamo immaginare. Pensiamo, ad esempio, al Ced, che oggi è il cuore di un’azienda, una telecamera termografica può rilevare all’istante il surriscaldamento anomalo di un server e prevenire un potenziale incendio che sarebbe devastante per la vita dell’impresa”.
Ma con la normativa antincendio siamo in regola?
“Sì, le telecamere che proponiamo a integrazione dei sistemi di antincendio hanno una certificazione (CNPP) che consente di utilizzarle alla stessa stregua dei sistemi di rilevazione fumi (in deroga alla EN54 che è la norma che regola gli impianti antincendio)”.
Quanto costano queste telecamere per rilevare gli incendi?
“La domanda corretta non è quanto mi costa una telecamera termica, ma quanto mi verrebbe a costare un incendio nella mia sala macchine. Come dicevo prima, con una telecamera termica posso coprire intere porzioni di capannoni e rilevare l’incendio prima ancora che esca fumo. Nel modo tradizionale dovremmo installare diversi punti di rilevazione dei fumi. Dunque come sempre bisogna ragionare in un’ottica di costi-benefici”.