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20 Feb 2023 | Impianti fotovoltaici

Incendi da fotovoltaico? Evitiamoli con le telecamere termiche

Notizia aggiornata il: Set 15, 2023 @ 12:45

Gli incendi provocati da impianti fotovoltaici sono in aumento. Il boom di installazioni dovuto agli ecobonus, porta a una riflessione su come prevenire e contrastare questo pericolo, al fine di proteggere l’investimento ed evitare danni a strutture o edifici. Gli impianti fotovoltaici, infatti, sono composti da molti componenti a rischio quali: cavi, quadri elettrici di campo, connettori, inverter… anche se l’installazione è stata fatta a regola d’arte, l’eventualità di un incendio non si può mai escludere del tutto.

Pur non rientrando i sistemi fotovoltaici nell’elenco delle attività soggette al controllo VVFF (Corpo dei vigili del Fuoco) (D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151), è comunque da esaminare con attenzione il contesto autorizzativo complessivo, che implica il coinvolgimento di molti fattori e rischi connessi. In poche parole, in caso di installazione di impianti fotovoltaici a margine o confinanti ad attività VVF già autorizzate e che comportino aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio, esiste sempre l’obbligo di riavviare le procedure autorizzative.

La termografia per il monitoraggio degli incendi nei sistemi fotovoltaici

Le telecamere termiche sono già utilizzate per la rilevazione di incendi in diversi ambiti: dalle grandi aziende ai parchi, fino ad aree remote difficilmente monitorabili con sistemi tradizionali di prevenzione incendi.

In un sistema fotovoltaico, che per ovvi motivi deve essere situato all’aperto, sistemi come la rilevazione dei fumi sono ovviamente inefficaci. Altri tipi di controllo scattano quando l’incendio è già in atto e, spesso, l’intervento diventa tardivo. Altri sistemi, sicuramente efficaci e legati al mondo della rilevazione incendi, sono estremamente costosi. Le telecamere termiche sono in grado di rilevare la temperatura degli oggetti che inquadrano, tutti ricordiamo il loro utilizzo durante l’emergenza COVID-19, quando inquadrandoci potevano verificare in tempo reale la nostra temperatura corporea. Possiamo puntare una telecamera termica su un’area molto ampia e settarla perché faccia scattare l’allarme quando il calore di qualunque oggetto, sia esso un macchinario, una tubazione o un quadro elettrico, raggiunge una determinata temperatura critica. In questo modo l’allarme viene dato prima che scoppi un incendio, con i benefici che possiamo immaginare. Sono soluzioni già utilizzate nei Ced, in grandi aziende, o in aree boschive a rischio incendio. 

“Le telecamere termometriche, benché non siano certificate EN54 per progettazioni di rivelazione incendio, a nostro giudizio ad oggi costituiscono la migliore soluzione per il controllo, monitoraggio e prevenzione del rischio incendio in situazioni esterne dove altre soluzioni potrebbero non essere utili allo scopo – spiega  Cristian Bassi, responsabile area antincendio OBS Italia -. La tecnologia termica ha fatto passi da gigante. Dobbiamo però sottolineare che a differenza di altre situazioni (come quadri elettrici, sale ced, data center, stoccaggio rifiuti), in cui le varianti sono minime e l’ambiente è più stabile, nella progettazione delle telecamere utilizzate  per un impianto fotovoltaico si deve considerare un fattore importantissimo: la gestione dei riflessi del sole sui pannelli”.

La telecamera punta la zona coperta  dai pannelli e viene programmata per dare un allarme. Viene importato un dato di temperatura oltre il quale (dopo un numero di secondi continuativi) viene generato un preallarme o un allarme, a seconda dei valori impostati ed i valori rilevati. 

Nella progettazione del sistema occorre tenere conto che i riflessi dati dalla rifrazione del sole sui pannelli possono indicare alla la telecamera un dato temperatura più alto (riflesso) di quello che è effettivamente in campo. Questo riflesso protratto nel tempo potrebbe far scattare l’allarme o il preallarme. Per questo motivo l’installazione di telecamere termometriche in un campo fotovoltaico richiede tempi lunghi di configurazione, e un impegno notevole per le tarature del caso.

“Per questi motivi – conclude Bassi -, quando proponiamo questa tipologia di impianto, specifichiamo sempre che la condizione è che il sito sia presidiato sempre da un operatore e sconsigliamo vivamente l’attivazione di automatismi come chiamate o azioni di allarme a vigili del fuoco o altro personale addetto senza aver prima verificato la natura dell’allarme”.

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Fotovoltaico sul tetto aziendale